Piano di cottura ad induzione o a gas?

Piano cottura a induzione e piano cottura a gas non sono prodotti equivalenti.

 

Ciascuna tipologia presenta un sistema di funzionamento diverso, nonché vantaggi e svantaggi   che occorre considerare in fase d’acquisto per non incorrere in scelte lontane dalle proprie aspettative.

 

I piani cottura a induzione vengono alimentati dalla corrente elettrica e sono rivestiti in vetroceramica. Si tratta di prodotti in grado di generare un campo elettromagnetico che si converte in calore, affinché sia solo il fondo della pentola a scaldarsi e non il resto del piano. Conseguentemente, i piani cottura a induzione si possono utilizzare soltanto in abbinamento con le pentole e tegami compatibili, bisogna utilizzare solo pentole che contengono ferro, impossibile utilizzare alluminio, rame o terracotta.

Il piano cottura a gas è un elettrodomestico molto diffuso, in genere realizzato con superficie in acciaio, smaltata, vetroceramica, oppure in vetro temperato.

Le parti principali che compongono un piano cottura a gas sono i bruciatori dai quali partono le fiamme, la termocoppia di sicurezza che interrompe l’erogazione del gas quando la fiamma si spegne, le griglie per appoggiare stabilmente le pentole e i comandi frontali o laterali.

Il sistema di accensione dei moderni piani cottura a gas è di tipo elettronico. In buona sostanza, sotto ogni manopola si trova un rubinetto che apre o chiude il passaggio del gas verso il corrispondente bruciatore

Quando si gira la manopola, viene azionata automaticamente una candela che provoca l’accensione del gas, mentre la termocoppia che si scalda permette il passaggio del metano (o gpl in alcuni casi)

Pro e contro

Determinare quale dei due elettrodomestici possa fare al proprio caso implica alcune considerazioni riguardo la fonte energetica, consumi, design, tempi di cottura e prezzo. I piani di cottura a induzione, al pari di quelli a gas, presentano vantaggi e svantaggi da prendere in considerazione.

I modelli a induzione sono più semplici da pulire e le zone cottura si mettono in funzione solo in presenza di pentolame dal fondo ferroso.

I piani cottura a induzione generano calore solo dove serve e quando la pentola viene spostata la reazione elettromagnetica cessa. Pertanto, il consumo di energia comporta dispersioni minimi rispetto ai piani a gas e i tempi di ebollizione dei liquidi sono generalmente più brevi. Alcuni modelli a induzione riescono a portare ad ebollizione 1 litro d’acqua in meno di 3 minuti

Si precisa tuttavia che i piani cottura a induzione richiedono una notevole quantità di energia elettrica, e ciò potrebbe costringere a richiedere un contratto di fornitura maggiorato al proprio gestore.

Sebbene i modelli più performanti arrivino ad assorbire anche 8 kw di energia elettrica (impensabile un utilizzo con un contratto standard da 3 kW), c’è da dire che esistono modelli con potenza limitata a 3 kW, per sfruttare i quali è consigliabile una fornitura al contatore di almeno 4,5 kw

 

 

Il piano di cottura a induzione se da una parte permette una gestione più flessibile per ciò che riguarda la regolazione della temperatura i tempi di cottura, dall’altra richiede una certa abilità ed esperienza

Di contro, i piani a gas permettono di modulare la potenza con più precisione e in maniera più intuitiva, per adattarla facilmente alle effettive esigenze di cottura.

In fase d’acquisto occorre anche considerare che un piano cottura a gas viene proposto ad un costo decisamente inferiore rispetto a quello a induzione.

A tal riguardo occorre considerare anche i consumi derivanti dall’uso di un piano a gas o a induzione, valutando eventualmente se la spesa più elevata in fase di acquisto possa essere ammortizzata, e in quanto tempo, in bolletta.

Quale scegliere?

Tutto dipende dalle proprie esigenze ed abitudini. In genere il piano cottura a induzione si rivolge a coloro che cercano alto rendimento energetico e tempi di cottura ridotti (anche se il vero vantaggio in tal senso si ha solo per i tempi di ebollizione dell’acqua; per le altre preparazioni i tempi sono gli stessi), senza temere fughe di gas e potendo contare anche in un piacevole design.

Diversamente, il piano di cottura a gas è più indicato per avere un controllo preciso sui fuochi, costa di meno e non richiede un adeguamento del contratto di fornitura dell’energia elettrica a casa.

Inoltre. In caso di Black-out è sempre possibile cucinare col gas, mentre in queste condizioni un piano a induzione risulterebbe ovviamente inutilizzabile.

Come possiamo confrontare le piastre ad induzione con il fornello a gas?

Per confrontare due tecnologie così diverse dobbiamo utilizzare un’unità di misura unica, il kWh.

Una famiglia di 4 persone all’anno ha bisogno di circa 400 kWh termici in pentola.

Ipotizzando l’efficienza del gas al 50% (tutti fuochi a tripla fiamma) servirebbero 800 kWh termici, circa 76 smc di gas. Moltiplicati per 0,74 €/smc fa 56 € all’anno di gas.

Il piano ad induzione con un’efficienza del 90% invece serviranno 440 kWh di energia elettrica, che moltiplicati per 0,23 €/kWh fanno 101 € all’anno di luce.

Analizzando solamente i prezzi, risulta che cucinare con l’energia elettrica non è conveniente, il metano è ancora molto conveniente.

Se invece decidessimo di staccarci totalmente dal gas e utilizzare solamente energia elettrica si eviterebbero oltre 60 € di costi fissi e pertanto il risparmio sarebbe assicurato.